Emerico Amari

Emerico Amari (Palermo 1810 – Palermo 1870) si laureò in Giurisprudenza e, prima di dedicarsi completamente agli studi, esercitò per breve tempo la professione di avvocato. Nel 1841 fu nominato alla cattedra di Diritto penale presso l’Università di Palermo.
Attivo nel comitato rivoluzionario della sua città, in seguito ai moti del 1848 e alla proclamazione del Regno di Sicilia fu eletto deputato al Parlamento dell’isola e vicepresidente della Camera dei Comuni; fu inoltre chiamato alla presidenza della Commissione per il regolamento del potere esecutivo. Successivamente alla riconquista borbonica del 1849, fece parte dei 43 patrioti espressamente esclusi dall’amnistia concessa dal Filangieri. S’imbarcò poi su una nave inglese per Malta e passò esule a Genova, ove gli fu assegnata la cattedra di Diritto costituzionale. Nel dicembre 1859 fu nominato professore di Filosofia della storia presso l’Istituto di studi superiori di Firenze.
Tornò in Sicilia nel 1860 e, negli anni successivi, ricoprì alcuni incarichi di governo. Nel 1867, in particolare, sostenne il disegno di legge governativo sulla soppressione delle corporazioni religiose e sulla liquidazione dell’asse ecclesiastico.
Il suo archivio è conservato presso la Biblioteca comunale di Palermo e comprende documentazione eterogenea, che testimonia i rapporti epistolari, l’attività scientifica e l’impegno politico di Emerico Amari. Anche il materiale bibliografico che costituiva la ricca raccolta libraria del giurista è pervenuto al medesimo istituto. La scheda relativa al fondo bibliografico sarà resa disponibile a seguito della messa a disposizione di informazioni aggiornate.

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