
Marcello Finzi giurista a Modena. Università e discriminazione razziale tra storia e diritto. Atti del Convegno di studi, Modena, 27 gennaio 2005, a cura di E. TAVILLA, Firenze, Olschki, 2006
Marcello Finzi (Ferrara 1879 – Roma 1956) fu un noto docente di Diritto e Procedura penale, che insegnò nelle Università di Ferrara, Bologna, Modena e Córdoba. Laureatosi brillantemente in Giurisprudenza a Ferrara, ottenne la libera docenza a Siena nel 1908 e quindi il ruolo di professore ordinario nel 1912. Fu anche preside della Facoltà giuridica ferrarese dall’anno accademico 1920-1921 al 1925-1926, prima di passare all’Università di Modena.
Autore di numerosi saggi di ambito penalistico e processualpenalistico, tenne anche corsi di Polizia giudiziaria e di Disciplina carceraria nell’ambito delle Scuole di Polizia scientifica attivate per alcuni anni presso le facoltà giuridiche delle medesime università: a Ferrara nel 1904-1906, a Bologna nel 1912-1915 e a Modena nel 1925-1926.
Tra i suoi interessi privilegiati anche quello per la criminologia e la pratica giudiziaria penale, nel cui ambito si segnala l’attenzione rivolta ai Musei criminali, che visitò in più occasioni (a Graz, Berlino, Lione, Roma), descrivendoli in modo approfondito in apposite rassegne. Divenne anche membro di diverse associazioni scientifiche straniere e nel 1937 fondò a Modena la sezione locale della Società di antropologia e psicologia criminale.
Escluso dall’insegnamento in seguito all’applicazione delle leggi razziali promulgate nel 1938, l’anno seguente Finzi emigrò assieme alla moglie a Córdoba, in Argentina, ove gli fu affidato l’incarico di segretario dell’Istituto di Diritto comparato della locale università. Qui tenne corsi di Diritto penale comparato e, tra numerosi altri saggi, curò la traduzione in spagnolo del Codice penale tedesco compiendo anche viaggi di studio negli Stati Uniti nel 1941 e nel 1946.
Dopo due missioni di studio compiute in Italia nel 1949 e in Olanda l’anno successivo, nel 1952 Finzi rientrò definitivamente nel paese di origine e nel 1954 pubblicò a Milano la sua ultima monografia. Si spense a Roma nel 1956.

Marcello Finzi
Archivio Centrale dello Stato, Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale istruzione universitaria (1961-1989), Divisione prima, Fascicoli personali dei professori ordinari, 3° versamento, b. 201
Su concessione del Ministero della Cultura – Archivio Centrale dello Stato, 2025, com. n° 2856/2025
Marcello Finzi nacque a Ferrara il 1° dicembre 1879, da Pio e Clementina Pesaro, in una famiglia della borghesia ebraica cittadina.
Compì tutto il suo percorso di studi a Ferrara: nel luglio del 1897 si diplomò presso il Regio Liceo Ariosto per poi iniziare i suoi studi in Giurisprudenza.
L’anno milleottocentosettantanove, addì due di decembre a ore pomeridiane due e minuti venti, nella Casa comunale.
Avanti di me cavalier Anton Francesco Trotti, Regio Sindaco, Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Ferrara, è comparso Finzi Pio, di anni trentasei, commissionato, domiciliato in Ferrara, il quale mi ha dichiarato che alle ore antimeridiane undici e minuti -, del dì primo del corrente mese, nella casa posta in via Palestro al numero ventuno, da Pesaro Clementina sua moglie, possidente, seco lui convivente è nato un bambino di sesso maschile che non mi presenta, e cui dà il nome di Marcello.
L’atto di nascita di Marcello Finzi
Comune di Ferrara, Stato Civile, Registro degli atti di nascita dell’anno 1879, atto n° 944
Ferrara 20 ott ‘97
Il sottoscritto chiede di essere ammesso al corso di legge di questa Libera Università e unisce i documenti richiesti.
Marcello Finzi
On. Sig. Rettore
della Università libera degli studi in Ferrara
La domanda di iscrizione all’Università di Ferrara
Archivio storico dell’Università degli Studi di Ferrara (ASUFe), Serie 56, Fascicoli degli studenti (1857-1909), «N. 1150 di archivio. Finzi Marcello», (1897 – 1901), Facoltà di Giurisprudenza

Giudizio di Vincenzo Manzini sulla tesi di Marcello Finzi
Archivio storico dell’Università degli Studi di Ferrara (ASUFe), Serie 56, Fascicoli degli studenti (1857-1909), «N. 1150 di archivio. Finzi Marcello», (1897 – 1901), tesi di laurea, carte non numerate (particolare)
Su concessione dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di Ferrara, prot. n° 2025-UNFECLE-0337204
Al termine di un rapido e brillante corso di studi, il 10 luglio 1901 Marcello Finzi si laureò in Giurisprudenza a Ferrara con lode, discutendo una tesi intitolata Contributo allo studio dei furti privilegiati, poi pubblicata nel 1903. L’elaborato riscosse l’apprezzamento del relatore, Vincenzo Manzini, come emerge dal sintetico giudizio vergato in chiusura della tesi.
Lavoro molto serio, erudito ed esauriente. Metodo buono; argomento nuovo e interessante; cultura varia e solida.
Questa dissert[azione] rappresenta certamente il massimo che si può pretendere da un laureando.
Giudizio di Vincenzo Manzini sulla tesi di Marcello Finzi
Archivio storico dell’Università degli Studi di Ferrara (ASUFe), Serie 56, Fascicoli degli studenti (1857-1909), «N. 1150 di archivio. Finzi Marcello», (1897 – 1901), tesi di laurea, carte non numerate

Decreto di abilitazione di Marcello Finzi alla libera docenza presso l’Università degli studi di Siena (Roma, 15 giugno 1908)
Archivio storico dell’Università degli studi di Bologna, Fascicoli personali docenti, Finzi prof. Marcello, Diritto e Procedura penale, posizione 7/c, f. 52
Nei primi mesi del 1908 il giovane Marcello Finzi, non ancora trentenne, ottenne a Siena la libera docenza per titoli in Diritto e procedura penale, dopo una prima esperienza didattica maturata all’interno della Scuola di polizia scientifica aperta presso la Facoltà giuridica dell’Università di Ferrara. La libera docenza senese fu confermata dal decreto firmato dal Ministro della pubblica istruzione Luigi Rava il 15 giugno dello stesso anno, custodito presso l’Archivio storico dell’Università di Bologna.
IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Veduta l’istanza con la quale il Sig. Dr. Marcello Finzi chiede di conseguire, in virtù dei titoli presentati, la libera docenza in diritto e procedura penale presso la R. Università di Siena;
Veduta la relazione della Commissione giudicatrice all’uopo nominata;
Sentito il Consiglio Superiore per la pubblica istruzione;
Veduta la legge 13 Novembre 1859, N° 3725, ed il Regolamento generale universitario, approvato con R. Decreto 21 agosto 1905, N° 638;
Veduta la legge 28 Maggio 1903, N° 224;
Decreta:
Il Signor Dott. Marcello Finzi è abilitato alla privata docenza con effetti legali in diritto e procedura penale nella r. Università di Siena.
Il Rettore dell’Università stessa è incaricato della esecuzione del presente Decreto.
Roma, 15 Giugno 1908.
Decreto di abilitazione di Marcello Finzi alla libera docenza presso l’Università degli studi di Siena (Roma, 15 giugno 1908)
Archivio storico dell’Università degli studi di Bologna, Fascicoli personali docenti, Finzi prof. Marcello, Diritto e Procedura penale, posizione 7/c, f. 52

Palazzo Renata di Francia, sede ‘storica’ del rettorato dell’Università degli studi di Ferrara
Fonte: Wikimedia Commons
Per l’inaugurazione dell’anno accademico 1914-1915 dell’Università di Ferrara Marcello Finzi, in qualità di professore ordinario di Diritto e procedura penale, lesse una prolusione intitolata Mario Pagano criminalista. Il lungo discorso, oltre a ripercorrere i temi più tradizionali del diritto e della procedura penale (diritto alla prova, valore legale della tortura giudiziaria e della confessione, solo per ricordarne alcuni) dimostra quanto solido fosse il suo spessore culturale in grado di coniugare riflessioni rigorosamente scientifiche con pertinenti richiami storico-giuridici.
In quest’ora turbinosa della storia nella quale gli animi sono occupati dalla visione della furia belluina che imperversa, e in cui ogni regola giuridica sembra distrutta sotto l’impeto della forza travolgente, non vi apparisca, o signore e signori, troppo contrastante il mio proposito di condurvi nelle serene regioni del diritto per mettervi in conspetto di una grande e luminosa figura di pensatore e di uomo.
La quale, se è molto nota pel martirio politico che l’ha baciata in fronte e immortalata nei ricordi della rivoluzione italiana, assai poco è conosciuta nella sua opera di filosofo, e ancora meno nell’attività di criminalista esplicata sì nel campo degli studj che in quello del foro.
L’incipit della prolusione di Marcello Finzi sulla figura di Mario Pagano
M. FINZI, Mario Pagano criminalista. Ferrara – Università, 8 novembre 1914, in «L’Eloquenza», V (1915), 1-2, p. 49

«Programma del Corso Complementare di “Polizia Scientifica e Pratica Penale”» per gli anni 1925-1926
Archivio storico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Rettorato, b. 7b, Corso di Polizia Scientifica e pratica penale (1926)

M. FINZI, Contraffazione di monete e di sigilli, bolli pubblici e loro impronte. Compendio di lezioni tenute alla «Scuola di Polizia Scientifica» presso l’Università di Ferrara, Torino, Bocca, 1906
Presso la Facoltà giuridica dell’Università di Modena, nell’anno accademico 1925-1926 fu attivato il Corso complementare di Polizia scientifica e Pratica penale. A Marcello Finzi, da poco trasferito da Ferrara a Modena sempre sulla cattedra di Diritto e procedura penale, furono affidati gli insegnamenti di Polizia scientifica e di Discipline carcerarie. In anni precedenti Finzi aveva insegnato nelle Scuole di polizia scientifica che erano state istituite a Ferrara e a Bologna. A Ferrara, nell’anno accademico 1904-1905, aveva frequentato come studente la Scuola di polizia scientifica annessa alla Facoltà di Giurisprudenza per poi insegnarvi l’anno seguente Discipline carcerarie, dando «lodevole saggio di attitudine didattiche e di severi studi». Anche a Bologna tra 1912 e 1915 insegnò Oggetto, organi e tecnica della polizia giudiziaria presso l’Istituto di Studi criminali e di Polizia scientifica sempre annesso alla locale Facoltà di Giurisprudenza.
I. Polizia Scientifica – La Tecnica degli atti della istruzione penale.
Prenozioni – La Polizia scientifica. Suoi mezzi ed obietto. Antecedenti storici. La Polizia scientifica in Francia, in Belgio, in Svizzera, in Austria, in Germania, in Inghilterra, in America. La Polizia scientifica in Italia.
Gli atti più importanti della Istruzione penale:
a) Sopraluogo – Norme generali. Accertamento del corpo del reato. Descrizioni e rilievi. Norme speciali in caso di furto, di omicidio, d’incendio doloso.
b) Perquisizione domiciliare. Dove e come si deve cercare. Espedienti per rintracciare gli oggetti nascosti.
c) Perquisizione personale – Esame del corpo e delle vestimenta. Norme relative.
d) Ispezione personale e corporale – Importanza. Rilievi vari.
e) Sequestro – In particolare, del sequestro di corrispondenza.
f) Arresto – Modi. Cautele.
g) Interrogatorio – Concetto. Importanza. Valutazione psicologica.
h) Esame dei testimoni – Fondamento razionale della prova per testimoni. Valutazione critica.
i) Esame dei periti – Concetto della perizia. Valutazione di essa.
l) Ricognizione – Concetto. Ricognizione dell’imputato. Riconoscimento di oggetti sequestrati.
m) Confronto – Notizie. Valutazioni psicologiche.
II. Discipline carcerarie.
1. Contenuto e importanza dello studio delle discipline carcerarie – Letteratura.
2. La pena carceraria nel suo svolgimento storico.
3. La riforma carceraria.
4. Le pene carcerarie nella legislazione italiana:
a) Criteri fondamentali del sistema carcerario italiano.
b) Le singole pene e la loro espiazione (Ergastolo. Reclusione. Detenzione. Arresto).
c) Stabilimenti di pena speciali.
5. Custodia preventiva. Trattamento dell’imputato in custodia preventiva.
6. Visioni di vita carceraria – Comunicazioni segrete fra detenuti. Iscrizioni e disegni nelle carceri. Descrizioni della vita carceraria. Problemi psicologici.
N.B. – Durante il corso saranno visitati alcuni Stabilimenti di pena e di prigionia preventiva, nonché Riformatori per i minorenni.
«Programma del Corso Complementare di “Polizia Scientifica e Pratica Penale”» per gli anni 1925-1926: i due corsi di Marcello Finzi
Archivio storico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Rettorato, b. 7b, Corso di Polizia Scientifica e pratica penale (1926)

Il Museo criminale di Roma in una foto d’epoca
M. FINZI, Il Museo criminale di Roma (seconda edizione riveduta e illustrata, in «L’Arma Fedelissima», VII (1934), 23
Fin dalle prime esperienze di insegnamento Marcello Finzi sviluppò un forte interesse per la dimensione pratica e materiale legata al comportamento delinquente e alle tecniche di indagine introdotte dalle forze di polizia per accertare e contrastare i reati. Divenne pertanto un cultore di quelle collezioni materiali e documentarie che erano i Musei criminali, istituzioni collegate alla diffusione della «nuova scuola» positiva europea di matrice lombrosiana, nate per divulgare e documentare al pubblico i risultati della ricerca criminologica e i diversi aspetti della vita penitenziaria. Nell’arco di alcuni decenni Finzi visitò quelli di Graz, Berlino, Lione e Roma e ne fornì puntuali descrizioni in rassegne pubblicate su varie riviste. Dedicò un’attenzione particolare al Museo criminale di Roma, istituito nel 1930 per volontà del Ministro della giustizia Alfredo Rocco e inaugurato nel 1932 presso il carcere di Regina Coeli.
Ecco qui un piccolo crocifisso, scolpito in legno, che un detenuto si è costruito pazientemente. Chi supporrebbe che la testa di Gesù sia l’impugnatura di una lama lunga parecchi centimetri, acuminata e tagliente da entrambi i lati, nascosta nello spessore del legno? E chi direbbe che questa assicella da applicarsi al muro, che porta il numero di matricola del recluso, contenga dentro di sé un piccolo coltello? […]
Piuttosto, è il caso di domandarsi a quali visitatori, oltre a quelli che dovranno qui convenire a scopo di studio, la Direzione del Museo sarà disposta ad aprire le sue porte.
È ovvio difatti avvertire che molte delle cose che qui si vedono non possano essere esposte alla vista di tutti.
Si tratta di materia che non deve essere data in pasto alla curiosità della gente e la cui pubblica esibizione potrebbe anche essere pericolosa.
Il Museo criminale di Roma in un articolo di Marcello Finzi
M. FINZI, Il museo criminale di Roma, in «La giustizia penale (Parte prima – I presupposti del diritto e della procedura penale)», XXXVIII (1932), 1-2, coll. 135; 137

La lapide commemorativa collocata nell’atrio del palazzo dell’Università di Modena.
La profonda e ingiusta discriminazione che nell’autunno del 1938 investì tutto il mondo della scuola e dell’università italiane non risparmiò neppure Marcello Finzi, il quale fu esonerato dall’insegnamento dopo oltre trent’anni di servizio. A seguito della promulgazione delle leggi razziali volute dal governo fascista, furono espulsi dall’Università di Modena sei docenti. A 60 anni da quella data l’Università di Modena ha voluto ricordare questi docenti dedicando loro una lapide commemorativa nell’atrio del palazzo dell’Università.
Per effetto dei provvedimenti per la difesa della razza nella Scuola Fascista, hanno lasciato l’insegnamento i Proff. ordinari Benvenuto Donati e Marcello Finzi della Facoltà di Giurisprudenza, Ettore Ravenna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Leone Maurizio Padoa della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, e gli incaricati Alessandro Seppilli e Angelina Levi.
L’espulsione dei docenti nell’annuario dell’Università di Modena
Per la solenne inaugurazione dell’anno accademico 1938-1939. Relazione del rettore Prof. R. BALLI, in «Annuario della Regia Università di Modena per l’anno accademico 1938-1939», 1939, pp. 12-13

Documento attestante l’emigrazione di Adele Olschki (Bologna, 31 dicembre 1940)
Archivio di Stato di Bologna, Questura di Bologna, Divisione I, Gabinetto, Fascicoli nominativi, b. 17
All’indomani dell’entrata in vigore delle leggi razziali, Marcello Finzi e la moglie Adele Olschki si ritrovarono sottoposti all’attenzione e alla vigilanza delle Autorità di pubblica sicurezza. Come risulta dalla documentazione custodita presso l’Archivio di Stato di Bologna e riferita anche alla moglie, «l’ebrea in oggetto emigrò in Argentina (Cordova) il 20.10.1939» senza aver dato «luogo a rilievi di sorta». Dopo l’arrivo dei due coniugi a Buenos Aires il 6 novembre 1939, a Finzi fu offerto l’incarico di segretario dell’Istituto di Diritto comparato dell’Università di Córdoba. Qui, oltre a curare la traduzione in spagnolo del Codice penale tedesco – lavoro edito nel 1945 dall’Università nazionale di Córdoba – Finzi continuò a dedicarsi all’insegnamento condividendo con il collega Ricardo Nuñez il Corso pratico di Diritto penale comparato, tenuto alternativamente fra il 1940 e il 1950.
Il professor Finzi, come sapete, è arrivato nel nostro Paese dopo aver insegnato per 33 anni come professore ordinario in un ateneo italiano. […] Ha pubblicato più di 90 studi su tematiche specialistiche del diritto penale, che sono stati tradotti in quasi tutte le lingue colte; ha tenuto corsi privati in quasi tutti i centri prestigiosi del mondo; in altre parole, possiede la scienza e l’esperienza che distinguono un vero maestro. Con soddisfazione e con tutto l’ardore e la fiducia che ripongo nell’insegnamento, assegno quindi la cattedra al professor Finzi.
L’assegnazione della cattedra di Diritto penale comparato a Marcello Finzi nell’anno 1945
E. MARTÍNEZ PAZ, La inauguración del curso práctico de Derecho penal comparado, in «Boletín de la Facultad de Derecho y Ciencias Sociales», IX (1945), 1-2, p. 588

GOLDSCHMIDT, La concepción normativa de la culpabilidad, Buenos Aires, Depalma, 1943 (proveniente dalla biblioteca di Marcello Finzi)
Biblioteca Europa. Scienze giuridiche dell’Università degli studi di Trieste, Marcello Finzi, D.Pb. F.Finzi 0984
Con la fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista, Finzi ebbe la possibilità di riprendere servizio all’Università di Modena. Tuttavia, ormai ben inserito nella vita accademica argentina, in un primo momento manifestò il desiderio di essere destinato a università o istituti superiori all’estero, conservando il trattamento economico e previdenziale del professore di ruolo. In seguito, rientrò invece in Italia e nel maggio 1949 partecipò al Consiglio della Facoltà giuridica di Modena dichiarandosi disponibile a riprendere le lezioni di Diritto e di Procedura penale, ma in realtà ciò non avvenne: Finzi si pose in aspettativa sino al 1° maggio 1951, quando fu collocato definitivamente a riposo. Morì a Roma il 4 ottobre 1956 e due anni dopo la sua biblioteca fu ceduta dalla vedova Adele Olschki all’Università di Trieste.
Si tratta di una buona raccolta di opere, che il Finzi ebbe agio di raccogliere nella sua vita dedicata agli studi e che si accrebbe di pubblicazioni, non facilmente reperibili in Italia, durante la permanenza del Finzi negli Stati Uniti e in Argentina. Specialmente pregevole è la ricca miscellanea. Esaminato il catalogo delle opere, il bibliotecario dott. Crise ha stimato equo il prezzo di tutta la biblioteca Finzi in lire tre milioni – tre milioni e mezzo.
Il Presidente conclude considerando che l’acquisto della predetta biblioteca arricchirebbe il patrimonio bibliografico dell’Università per quanto riguarda la cattedra di diritto penale, che non dispone ancora di molti libri. Propone infine che l’acquisto sia effettuato per lire due milioni, che l’interessata ha fatto sapere di accettare.
L’acquisto della biblioteca di Marcello Finzi da parte dell’Università di Trieste
Università degli studi di Trieste, Verbale del Consiglio d’amministrazione, 21 febbraio 1958






