
Pietro Ellero (Cordenons 1833 – Roma 1933) si laureò in legge all’Università di Padova nel 1858. Lo stesso anno pubblicò la sua tesi di laurea, Della pena capitale, nella quale si schierava contro la pena di morte e per la quale venne incriminato dal governo del Regno Lombardo-Veneto.
Archiviato il procedimento «per ossequiata volontà sovrana», espatriò prima a Torino e poi a Milano, ove, nel 1860, gli venne assegnata la cattedra di Filosofia del diritto presso l’Accademia scientifico-letteraria. L’anno successivo ottenne l’insegnamento di Diritto penale a Bologna e fondò il «Giornale per l’abolizione della pena di morte» e, più tardi, la rivista «Archivio Giuridico».
Nel 1880 divenne magistrato prima presso la Corte di cassazione di Roma poi al Consiglio di Stato. Dopo una breve e travagliata parentesi politica che lo vide una prima volta eletto nel 1866 nel collegio di Pordenone, Aviano e Sacile e un’infruttuosa candidatura nel 1883 nella II circoscrizione provinciale di Padova, nel 1889 viene nominato senatore del Regno. Negli anni rimase costante il suo rapporto di collaborazione con numerose commissioni legislative.
L’archivio fu donato alla Biblioteca Universitaria di Bologna da Giuseppe Brini, che lo ricevette in eredità da parte dello stesso Ellero, suo maestro. Il fondo è composto da un’ampia raccolta di manoscritti autografi e opere a stampa, insieme a documenti personali e a un ricco epistolario, che vanta tra i corrispondenti personaggi di rilievo della cultura e della politica italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento.









