Professioni, titoli, qualifiche:
- avvocato
- docente universitario
- irredentista
Intestazioni:
- Sighele, Scipio, avvocato, docente universitario, irredentista, (Brescia 1868 - Firenze 1913), SIUSA
Descrizione:
Scipio Sighele nacque a Brescia il 24 giugno 1868 da Gualtiero, di professione magistrato, e da Angelica Pedrotti. La famiglia, di origine trentina, si trasferì inizialmente da Brescia a Milano, per poi stabilirsi a Roma nel 1887, quando il padre fu chiamato a far parte della Commissione per la redazione del nuovo Codice penale.Il Nostro svolse i suoi studi liceali a Milano. Successivamente si iscrisse a Giurisprudenza a Pavia e si laureò con Enrico Ferri a Roma nel 1890, con una tesi sulla teoria positiva della complicità. A ventuno anni pubblicò “Infanticidio”, approfondendo un tema che restò sempre centrale nelle sue riflessioni. Importanti furono, altresì, i suoi studi sulla condizione femminile.
Sighele svolse una densa attività di ricerca e si dedicò allo studio delle inquietudini sociali e delle peculiarità dei comportamenti criminali propri di entità collettive (la folla, la coppia, la setta). Nel 1891, a ventitré anni, pubblicò il volume “La folla delinquente”, che venne poi tradotto in francese, spagnolo, russo, polacco e tedesco. Fu il primo a tematizzare la psicologia collettiva come disciplina distinta dalla sociologia, anticipando il più celebre lavoro di Gustave Le Bon (La psychologie des foules, Paris 1895). Per i suoi lavori si servì della metodologia propria della scuola positiva e analizzò casi concreti di cronaca sociale e politica, riflettendo sul tema dei meccanismi della suggestione.
Nel 1895 sposò Antonietta Rosmini, romana di origini trentine, e nel 1906 si trasferì con lei a Firenze. La coppia non ebbe figli, ma fu legata da una forte comunione e da un’esistenza connotata da relazioni e amicizie.
Lo studio e la produzione scientifica rimasero centrali nella vita di Sighele, che tuttavia si dedicò anche ad altre attività. Fu libero docente di Diritto penale alle università di Pisa e di Roma e tenne corsi di sociologia criminale e di psicologia collettiva all’Institut des hautes études dell’Università di Bruxelles. Esercitò l’avvocatura, invece, solo in occasione del processo Murri, evento alla ribalta delle cronache e oggetto di scontro tra cattolici e socialisti. Nei primi anni del Novecento si avvicinò inoltre alla politica; invero, fu la difesa dell’italianità del territorio trentino a spingerlo verso una militanza attiva. Fu vicino alla Società degli studenti trentini, nata nel 1894, della quale fu consigliere e collaboratore, e lavorò alla creazione di un’università italiana in Austria: nel 1902 si adoperò con Cesare Battisti per avviare corsi liberi in italiano a Innsbruck (con il fine ultimo di aprire un’università italiana a Trieste). L’inaugurazione della Facoltà italiana di Scienze politiche e giuridiche a Innsbruck fu tuttavia connotata da disordini e arresti che determinarono la chiusura definitiva dei corsi.
Nel 1909 si avvicinò al nazionalismo italiano, e nel 1910 presiedette il congresso nazionalista di Firenze. Il Nostro sostenne l’impresa libica e sul finire del 1911 si recò a Tripoli insieme al nipote Gualtiero. Ritenne, infatti, che l’ampliamento dei confini e il rafforzamento della diplomazia avrebbero favorito la redenzione di Trento e Trieste.
Sospettato di attività irredentista, fu sottoposto a istruttoria dal governo austriaco nel 1900 e citato in tribunale a Trento nel 1907. Il 26 maggio 1912 fu raggiunto a Nago da un avviso confidenziale dell’amico Olindo Malagodi, direttore de “La Tribuna”, che comunicava l’imminenza di un provvedimento di espulsione dai territori dell’Impero per attività sovversiva. Vani furono i tentativi di far rientrare il provvedimento, compiuti sia dal Ministero degli esteri italiano sia dai deputati trentini a Vienna: il 24 giugno il Nostro lasciò per sempre la sua casa di Nago.
Morì a Firenze il 21 ottobre 1913, assistito dalla moglie.
Soggetti produttori collegati:
- Pedrotti Giovanni, collegato
- Rosmini Sighele Antonietta, collegato
Complessi archivistici:
- Sighele Scipio , 1885 - 1913 (collezione / raccolta)
Redazione e revisione:
- Nicolò Giorgia, 2025/06/20, prima redazione
Bibliografia:
- M.P. BIGARAN, Sighele Scipio, in Dizionario biografico degli italiani, XCII, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 2018, pp. 532-537.
- M. STORNATI, Sighele Scipio, in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), II, Bologna: Il Mulino, 2013, pp. 1862-1863.
- G. BERTI, La famiglia Sighele, «La giurisdizione di Pénede», X (2002), 18, pp. 46-82.
- M. GARBARI, Società ed istituzioni in Italia nelle opere sociologiche di Scipio Sighele, Trento: Società di studi trentini di scienze storiche, 1988.
- N. GRIDELLI VELICOGNA, Scipio Sighele. Dalla criminologia alla sociologia del diritto e della politica, Milano: Giuffrè, 1986.
- L. MANGONI, Una crisi di fine secolo. La cultura italiana e la Francia fra Otto e Novecento, Torino: Einaudi, 1985.