Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti (Fratta Polesine 1885 – Roma 1924) si laureò in legge a Bologna con una tesi sulla recidiva. Si iscrisse al Partito socialista nel 1900. Nel 1910 ricoprì la carica di sindaco di Villamarzana e quella di consigliere di diversi comuni in zona.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, assunse una linea di intransigente antibellicismo e antimilitarismo. Chiamato alle armi, fu assegnato a un reggimento di artiglieria a Verona ma fu poi internato a Campo Inglese, in Sicilia.
Nel dopoguerra fu eletto deputato nella circoscrizione di Rovigo e Ferrara e, nel 1921, fu vittima della violenza fascista a Castelguglielmo. Partecipò alle elezioni politiche del maggio 1921, risultando eletto nel collegio Padova-Rovigo. Quando, nel 1922, fu istituito il Partito socialista unitario, ne divenne segretario.
Il 10 giugno 1924 fu aggredito e rapito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia e fu probabilmente assassinato all’interno dell’auto da un gruppo di fascisti. Il suo corpo fu ritrovato due mesi dopo in un bosco non lontano da Roma.
Presso la Fondazione di studi storici Filippo Turati si conserva l’archivio della famiglia Matteotti, che comprende prevalentemente documentazione relativa all’attività politica e alla morte di Giacomo Matteotti.

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