Professioni, titoli, qualifiche:
- attivista
- emancipazionista
- filantropa
Intestazioni:
- Majno Bronzini, Ersilia, attivista, emancipazionista, filantropa, (Milano 1859 - Milano 1933), SIUSA
Descrizione:
Ersilia Bronzini nacque il 22 giugno 1859 a Milano, da un modesto commerciante rimasto vedovo quando la stessa era ancora piccola. Per tale ragione, la Nostra dovette interrompere gli studi (così come la sorella), a differenza dei fratelli maggiori, che si laurearono. A ogni modo, si dedicò allo studio da autodidatta. Nel 1883 sposò l’avvocato e giurista Luigi Majno, da cui ebbe tre figli (Carlotta, Edoardo e Mariuccia, nati rispettivamente nel 1884, 1886 e 1888). Fu una delle più attive protagoniste del movimento emancipazionista femminile italiano, pur essendosi avvicinata all’impegno sociale e politico quando era già madre e aveva superato i trent’anni.Prese parte alle attività della Guardia ostetrica, un servizio che iniziò a operare a Milano nel 1887 con l’obiettivo di assistere gratuitamente la maternità delle donne non abbienti, predisponendo anche la procedura per un riconoscimento formale dell’ente.
Fu, inoltre, impegnata con l’Associazione generale di mutuo soccorso e di istruzione delle operaie, fondata nel 1862 da Laura Mantegazza Solera. Nel 1898, a valle della dura repressione politica e militare dei moti contro il rincaro del prezzo del pane, prese parte al Comitato pro-reclusi del Maggio.
Nel 1899, fu tra le fondatrici, insieme ad altre giovani donne – in prevalenza milanesi – dell’Unione femminile (definitivamente costituita alla fine del 1899 ed eretta nel 1905 in Società cooperativa, con la denominazione di Unione femminile nazionale, in seguito alla nascita di varie sezioni in tutta Italia). L’Unione si proponeva di catalizzare in un’unica sede l’attività di molte associazioni animate dal fine dell’emancipazione femminile, disperse dopo la repressione militare e politica dell’anno precedente.
Istituì, inoltre, l’Asilo Mariuccia – in ricordo della figlia morta precocemente di difterite –, che diresse fino al 1933, anno della sua morte. La sua finalità era quella di accogliere, ospitare e rieducare bambine e adolescenti.
La Nostra si distinse come pubblicista nella rivista “Unione femminile”, volta a favorire l’informazione sulle attività oggetto dell’ente. Svolse diverse relazioni, tra le quali si ricorda quella recante il titolo “Norme per regolare il lavoro delle donne”, che tenne nel 1895, in occasione del Congresso sugli infortuni del lavoro. Nella relazione pose l’accento su orari, salari e condizioni lavorative, ravvisando la necessità di una legge che tutelasse il lavoro delle donne e formulando proposte precise e concrete. Fu di ispirazione per Anna Kuliscioff in occasione della redazione del progetto di legge presentato dal Partito socialista italiano che, durante l’iter parlamentare, portò, nel 1902, all’approvazione della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli. La Nostra, pur ritenendo il socialismo una utile chiave di lettura della realtà e un ideale cui sempre aderì, non intese subordinare la questione femminile alla fede politica.
Un altro tema caro alla Nostra fu quello della delinquenza minorile e dei mezzi per prevenirla: Ersilia fece parte della Commissione reale per lo studio della delinquenza minorile, costituita nel 1908 e volta a redigere un Codice dei minorenni in cui si prevedeva che in ogni tribunale ci fosse un magistrato minorile affiancato da altro personale specializzato. La Nostra sosteneva infatti la necessità dell’introduzione di un sistema penale differenziato per i minori, con magistrati specializzati, metodi di recupero educativi e non punitivi e istituti di pena separati da quelli degli adulti.
Allo scoppio del conflitto, nel 1914, asserì, nell’articolo “Il nostro dovere” apparso su “Il Secolo” del 3 settembre, che fosse dovere dell’Unione femminile – di cui era presidente – acquisire “un concetto chiaro delle difficoltà della situazione, per prevenirne, per quanto possibile, le disastrose conseguenze”; e durante tutto il periodo bellico non fece mai mancare il suo attivo impegno nell’assistenza cittadina, all’interno del Comitato centrale di assistenza per la guerra.
Nel 1920, davanti alla scelta di aderire al Comitato femminile di organizzazione civile, che richiedeva crumiraggio, rassegnò le proprie dimissioni da socia dell’Unione, rivendicando la propria fede socialista che le imponeva di non poter restare in un’istituzione che aveva aderito ad un’azione contro la classe lavoratrice.
In seguito, riallacciò i rapporti con le compagne e il 7 febbraio 1930 partecipò alle celebrazioni per il trentesimo anno di vita dell’Associazione. L’Unione organizzò, dopo la sua morte, avvenuta il 17 febbraio 1933, una commemorazione per ricordarla e tributarle un omaggio di onoranza e di gratitudine.
Soggetti produttori collegati:
- Bernstein Elda, collegato
- Comitato italiano contro la tratta delle bianche. Sezione di Milano, collegato
- Majno Carlo, collegato
- Majno Carlotta, collegato
- Majno Edoardo, collegato
- Majno Guido, collegato
- Majno Luigi 1852-1915, collegato
- Majno Luigi 1919-2007, collegato
- Majno Maria, collegato
- Mentessi Giuseppe, collegato
- Unione femminile nazionale, collegato
Complessi archivistici:
-
Majno, famiglia
, 1822 - 1949 (fondo)
Majno, famiglia » Majno, famiglia
- Majno, famiglia , 1746 - 2005 (complesso di fondi / superfondo)
Redazione e revisione:
- Nicolò Giorgia, 2025/05/29, prima redazione
Bibliografia:
- G. GABALLO, Il nostro dovere. L’Unione Femminile tra impegno sociale, guerra e fascismo (1899-1939), Novi Ligure: Joker, 2015.
- C. DEMI, Ersilia Bronzini Majno. Immaginario biografico di una donna, tra ruolo pubblico e privato, Bologna: Pendragon, 2013.
- B. BORTOLI, Lavoro sociale e movimento femminile. Ersilia Bronzini Majno (Milano, 1859-1933), «Lavoro sociale», 6 (2006), 1, pp. 125-134.
- Dizionario biografico delle donne lombarde, a cura di R. FARINA, Milano: Baldini&Castoldi, 1995, pp. 223-227.
- A. BUTTAFUOCO, Solidarietà, emancipazionismo, cooperazione. Dall'Associazione generale delle operaie all'Unione femminile nazionale, in L'audacia insolente. La cooperazione femminile 1886-1986, Venezia: Marsilio, 1986, pp. 79-110.