Archivi e biblioteche dei penalisti italiani

Unione femminile nazionale

Sede:

Milano

Date di esistenza:

  • 1899 - 1938
  • 1948 -

Intestazioni:

  • Unione femminile, Milano, 1899 - 1905, SIUSA
  • Unione femminile nazionale, Milano, 1905 - 1938; 1948 -, SIUSA

Altre denominazioni:

  • Unione femminile, 1899 - 1905

Descrizione:

L’associazione “Unione femminile nazionale”, ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico, fu fondata a Milano nel 1899 da un gruppo di donne diverse per estrazione sociale e formazione culturale, tra le quali Ersilia Majno Bronzini, moglie dell’avvocato e deputato socialista Luigi Majno.
L’Unione si diffuse rapidamente in tutta Italia con un proprio progetto politico recante un femminismo caratterizzato dall’impegno pratico per la salvaguardia delle lavoratrici – operaie, maestre, impiegate, insegnanti di scuola media – e per l’affermazione del valore sociale della maternità. Le attività in cui si articolò l’attenzione dell’associazione furono piuttosto eterogenee: dalla lotta alla prostituzione di Stato e quella per il diritto di voto, alla costituzione di strutture di assistenza e formazione per donne. Supportò, altresì, la fondazione dell’Asilo Mariuccia, voluto dalla Majno e così denominato in ricordo della figlia Mariuccia, deceduta prematuramente nel 1901.
Nel 1910 fu acquistato – nel centro di Milano – un palazzo deputato a divenire sede dell’Unione. Esso venne dotato di una ricca biblioteca, sale, luoghi per bambini, un dormitorio, una grande area destinata a recite e convegni.
L’Unione femminile svolgeva in prevalenza attività negli uffici di consulenza legale (aperto anche agli uomini), nei consultori pediatrici, nella scuola di disegno professionale per le bambine che lavoravano nelle botteghe di modisteria, nelle scuole di “preparazione sociale” per ragazze di media cultura, nella Cassa di maternità per le lavoratrici in puerperio.
Con l’avvento della Prima guerra mondiale, l’Unione fu impegnata a favore dei combattenti e delle famiglie. Durante il fascismo, diminuì la propria presenza politica, pur preservando il sostegno alle madri lavoratrici.
Nel 1938, per effetto della emanazione delle leggi razziali, l’Unione fu sciolta stante la presenza di una componente ebraica tra le socie. Di poi, grazie all’intercessione da parte dall'avvocato Edoardo Majno, figlio di Ersilia Majno Bronzini, l’ente conservò la proprietà del palazzo. Solo a partire dal 1948 l’Unione poté proseguire nell’espletamento delle attività.
L’Unione femminile nazionale è ancora attiva e opera nel solco della tradizione originaria. Disponendo di attività e servizi quali lo “Sportello famiglia” – che offre assistenza legale gratuita –, il “Centro di documentazione” (costituito da una biblioteca multimediale sensibile ai temi della storia, dell’identità e della condizione femminile), e lo “Spazio dell’Unione”, ove sono organizzati incontri sui temi di attualità e di interesse culturale, sociale, politico.

Condizione giuridica:

  • privato

Tipologia:

  • ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico

Collegamenti:


Soggetti produttori collegati:
Complessi archivistici:
Redazione e revisione:
  • Nicolò Giorgia, 2025/05/29, prima redazione

Bibliografia:
  • L. MAFFEZZOLI, Donne che hanno fatto l’Unione. Cento anni dell’Unione femminile cattolica ticinese (1920-2020), Locarno: Dadò, 2021.
  • Attraversando il tempo. Centoventi anni dell’Unione femminile nazionale (1899-2019), a cura di S. BARTOLONI, Roma: Viella, 2019.
  • G. GABALLO, Il nostro dovere. L’Unione Femminile tra impegno sociale, guerra e fascismo (1899-1939), Novi Ligure: Joker, 2015.
  • B. BORTOLI, Lavoro sociale e movimento femminile. Ersilia Bronzini Majno (Milano, 1859-1933), «Lavoro sociale», 6 (2006), 1, pp. 125-134.
  • V. CATANIA, L’Unione delle Donne. L’UDI a Verona dal dopoguerra alla metà degli anni Sessanta, Sommacampagna: Cierre, 2006.