Archivi e biblioteche dei penalisti italiani

Matteotti Giacomo

Fratta Polesine, Rovigo 1885 maggio 22 - Roma 1924 giugno 10

Professioni, titoli, qualifiche:

  • giurista
  • politico

Intestazioni:

  • Matteotti, Giacomo, giurista, politico, (Fratta Polesine 1885 - Roma 1924), SIUSA

Descrizione:

Giacomo Matteotti nacque il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, da una famiglia di agiati proprietari terrieri – e titolari di un negozio – originaria del Trentino, trasferitasi nel Polesine quando la provincia faceva parte del Regno Lombardo-Veneto. La condizione di estrema povertà in cui versava la gran parte della popolazione nella provincia di Rovigo influenzò la sensibilità politica e morale del Nostro.
Secondo di tre figli, il Matteotti studiò a Rovigo e nel 1907 si laureò in legge a Bologna con una tesi sulla recidiva, sotto la guida di Alessandro Stoppato, professore di Diritto e procedura penale, deputato, senatore e fra gli artefici del Codice di procedura penale varato nel 1913. Sotto l’influenza del fratello Matteo, si iscrisse al Partito socialista nel 1900 e, nel periodico di Rovigo “La lotta” fu indicato come soggetto di riferimento del PSI per la zona di Fratta.
Tra il 1909 e il 1910, entrambi i fratelli, Matteo e Silvio, morirono di tisi. La tragedia vissuta procurò al Nostro una crisi tale da indurlo a ritirare la sua candidatura alle elezioni provinciali suppletive del luglio 1910. Comunicò, dunque, ai suoi compagni la rinuncia a occupare la carica di consigliere provinciale per la sezione di Occhiobello, ove riuscì eletto. A ogni buon conto, già a partire dall’ultima parte del 1910 partecipò attivamente alla vita politica di Rovigo, ricoprendo poi sia la carica di sindaco di Villamarzana sia quella di consigliere di diversi comuni in zona.
Quando scoppiò la Prima guerra mondiale, il Matteotti assunse una linea di intransigente antibellicismo e antimilitarismo, cercando con ogni mezzo (discorsi, manifestazioni, articoli) di impedire l’intervento italiano. Nella seduta del Consiglio provinciale del 5 giugno 1916 si oppose all’erogazione straordinaria per i profughi della provincia di Vicenza riversati in quella di Rovigo. L’accaduto determinò la condanna a un mese di carcere, poi annullata in Cassazione. Nel 1916 sposò Velia Titta, dalla quale ebbe tre figli: Giancarlo – deputato dal 1946 al 1963 –, Gian Matteo – deputato e ministro della Repubblica – e Isabella.
Chiamato alle armi, fu assegnato a un reggimento di artiglieria a Verona ma fu poi internato a Campo Inglese, in Sicilia. Una volta congedato, nel marzo del 1919, rientrò in Polesine, ove si dedicò alla lotta politica: alle elezioni di novembre fu eletto deputato nella circoscrizione di Rovigo e Ferrara. Rovigo, dove il PSI ottenne il 70% dei voti, si rivelò la provincia più rossa d’Italia. L’anno seguente i socialisti confermarono il loro dominio conquistando tutti i 63 comuni del Polesine.
La lotta al fascismo determinò la maturazione politica del Nostro, che subì una brutale aggressione a Castelguglielmo, il 12 marzo 1921. Il Matteotti partecipò, tuttavia, alle elezioni politiche del maggio 1921, ove riuscì eletto nel collegio Padova-Rovigo.
All’inizio di ottobre del 1922, quando, a causa di divisioni interne, la corrente riformista abbandonò il PSI e fu istituito il Partito socialista unitario (PSU), il Matteotti ne divenne segretario. Durante la carica orientò la lotta verso due direzioni: contro il fascismo e contro le tendenze collaborazioniste manifestate nei confronti del governo Mussolini da alcuni settori del PSU. Fu attivo nel comunicare il carattere antiproletario del fascismo, come dimostra la redazione dell’opuscolo recante il titolo “Un anno di dominazione fascista” (Roma 1924). In questo senso egli ravvisò nell’unitarietà del movimento socialista l’unico vero strumento di lotta contro le idee di Mussolini.
All’inizio di ottobre del 1922, quando, a causa di divisioni interne, la corrente riformista abbandonò il PSI e fu istituito il Partito socialista unitario (PSU), il Matteotti ne divenne segretario e orientò la lotta verso due direzioni: contro il fascismo e contro le tendenze collaborazioniste manifestate nei confronti del governo Mussolini da alcuni settori del PSU. Fu attivo nel comunicare il carattere antiproletario del fascismo, come dimostra la redazione dell’opuscolo recante il titolo “Un anno di dominazione fascista” (Roma 1924). In questo senso egli ravvisò nell’unitarietà del movimento socialista l’unico vero strumento di lotta contro le idee di Mussolini.
Per cercare di superare l’isolamento di cui soffriva in seno al PSU, condusse numerosi viaggi all’estero, volti a favorire un sostegno che mancava al partito. Nel 1923 si recò a Lilla e poi a Parigi e Berlino; di poi, a causa del ritiro del passaporto da parte del governo fascista, fu costretto a viaggiare clandestinamente. Tornò in Italia il 30 aprile 1924, in seguito alle elezioni del 6 aprile in cui il PSU aveva ottenuto una certa affermazione (a Milano fu il primo dei partiti di opposizione). La tensione politica del tempo fu evidente in occasione del discorso del Nostro in risposta alla proposta della giunta delle elezioni, relativa alla convalida in blocco degli eletti della maggioranza. Egli, per converso, propose l’invalidazione in blocco, motivata con l’irregolarità nello svolgimento delle elezioni. Il 5 giugno il Matteotti portò la lotta al fascismo in seno alla giunta generale del bilancio.
Il 22 maggio giunse a Roma, da Milano, un gruppo di fascisti, i quali presero a pedinare il Matteotti. Il 10 giugno 1924 il Nostro fu aggredito, malmenato e rapito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, poco lontano dalla sua abitazione. Caricato a forza su un’automobile, fu probabilmente assassinato all’interno dell’auto da un gruppo di fascisti. Il suo corpo venne ritrovato in un bosco non lontano da Roma il 16 agosto successivo.
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Complessi archivistici:
Redazione e revisione:
  • Nicolò Giorgia, 2024/27/11, prima redazione

Bibliografia:
  • Giacomo Matteotti fra diritto e politica, a cura di D. NEGRI, Verona: Cierre, 2022.
  • M. CANALI, Matteotti Giacomo, in Dizionario biografico degli italiani, LXXII, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 2009, pp. 252-259.
  • G. VASSALLI, Giacomo Matteotti. Commemorazione nell’ottantesimo anniversario dalla morte, in Frammenti di storia, a cura di M. LO PRESTI, Bari: Palomar, 2009, pp. 59-94.
  • P. GOBETTI, Per Matteotti. Un ritratto, Genova: Il Nuovo Melangolo, 1994.
  • Giacomo Matteotti. La vita per la democrazia, a cura di M. QUARANTA, Rovigo: Minelliana, 1993.
  • C. CARINI, Giacomo Matteotti, idee giuridiche e azione politica, Firenze: Olschki, 1984.
  • A.G. CASANOVA, Matteotti una vita per il socialismo, Milano: Informazione storica Bompiani, 1974.
  • Discorsi parlamentari di Giacomo Matteotti. Pubblicati per deliberazione della Camera dei Deputati, III, Roma: Colombo, 1970.